domenica 5 giugno 2011

Omicidio stradale, la mia prima firma digitale su una proposta di legge

L'ho letto qui, nel post che ha scritto Pino Scaccia nel suo La Torre di Babele, "raccattato" sulla mia bacheca di Facebook come spesso succede. All'inizio distrattamente, poi più attentamente, mi sono letta il suo post e poi il sito con la proposta di legge, stilata da una associazione nata dopo la morte di un ragazzo in un incidente di quelli provocati dall'incuria e dall'alcol. Come molti, ogni volta che leggo sul giornale episodi del genere più che una smania forcaiola mi prende un imbarazzo normativo. Possibile che chi uccide in un incidente non faccia pressocchè mai un giorno di carcere, nemmeno se i suoi comportamenti hanno inciso moltissimo sulla gravità dell'incidente? Eppure a volte le pene serie sono innanzitutto preventive, deterrenti importanti per chi non deve attuare comportamenti del genere. Come dice la prima pagina del sito che propone la norma con il metodo dell'iniziativa popolare,

"Se rubi 100 € dalla borsa di una signora e sei catturato da un agente di polizia entri in carcere immediatamente e sei processato subito. Lo stesso ti accade se rubi una bicicletta (processo per direttissima e condanna a 1 anno e 6 mesi). Se invece uccidi un ragazzo di 17 anni, invadendo la sua corsia e investendolo in pieno perché ti sei messo alla guida positivo alla cannabis e con un tasso alcolemico che supera di 3 volte il limite di legge (significa aver bevuto 15 birre o 2 bottiglie di vino), non solo non vieni arrestato subito, ma in carcere non ci andrai mai. Una pena “equa” per il danno provocato e “certa” rappresenta un atto di “prevenzione”. Serve da deterrente e rende un minimo di giustizia a chi ha perso la vita per il comportamento criminale di un guidatore che si è messo alla guida non essendo in condizione di farlo".

Uno dei primi firmatari è il sindaco di Firenze Matteo Renzi: ma questo è solo un inciso.
Un po' meno inciso è che in quel sito, aperto da pochi giorni, c'è la prima possibilità che io abbia conosciuto di firmare per questa iniziativa - un atto formale, che prevede un documento di identità e la convalida della propria firma, e che di solito prevedeva un gazebo con il pubblico ufficiale - direttamente on line, ovviamente con il numero di un documento valido e una procedura un poco più complicata del "mi piace": ma infinitamente più semplice del recarsi a un gazebo o negli uffici comunali per validarla.
Morale: ho fatto la mia parte firmando per una proposta di legge che ritengo giusta senza nemmeno staccarmi dal divano (io la carta d'identità l'ho in copia pdf nella mia cartella di documenti, perciò non mi sono nemmeno alzata a cercare nella borsa...) E ora mi sembra di avere davvero partecipato alla vita democratica del mio paese. Io ero la numero 6454: ne servono 50mila. 
Se ritieni anche tu, che leggi, che questa sia una proposta di legge ragionevole, piglia la carta d'identità e mettiti davanti al pc.

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